Iperico 
(Hypericum perforatum)

Famiglia: Hypericaceae, Guttiferae

Nomi volgari: Caccia diavoli, cassa diaol, era da tai, erba de piricoccu, erba di San Giovanni, lussignoel, mille buchi, millepertui, perforata, pilatro, pirfuliata, pirico, rotolaviento, scaccia diau.
È una pianta perenne semisempreverde, glabra, con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà sono piccole vescichette oleose da cui il nome perforatum, mentre ai margini sono visibili dei punti neri, strutture ghiandolari contenenti Ipericina(da ciò il nome erba dell'olio rosso), queste strutture ghiandolari sono presenti soprattutto nei petali

Storia e Leggende
L’iperico inizia a fiorire a giugno in prossimità  del solstizio d’estate (ecco perché si chiama erba di San Giovanni) e per tutta l’estate.
Il solstizio d'estate è il momento più importante e magico per le piante officinali.
In questo giorno si “buttano” le piante dell’anno prima, mentre in questa notte si raccolgono le piante  che saranno potenziate dall’energia cosmica.
Se le piante devono sempre  essere raccolte in una giornata soleggiata, asciutto e subito dopo l’evaporazione della  rugiada…in questa notte stregata le piante devono essere raccolte proprio nel momento che sono più ricce di rugiada per riaffermare la forza del principio femminile acqua  congiunto con il principio maschile di queste piante solari.
L’iperico  appeso fuori delle case per scacciare diavoli e malefici, infatti veniva chiamato anche “scaccia diavoli”. Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque contro i malefici.
Nel Medioevo si riteneva che un decotto di fiori d'iperico, raccolti prima dell'alba (con la rugiada), servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia. Veniva anche bruciato come incenso.
Con la cristianizzazione, si diffuse la leggenda che l'iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, alimentando la credenza  che il diavolo volesse distruggerla trafiggendola, ma con l'unico risultato di “perforarne”
le foglie.
Le  ragazze da marito coglievano  l'iperico, nella notte di San Giovanni, per poi appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l'anno si sarebbero sposate.

Inoltre, si racconta che, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (per questo era chiamata anche notte dei fuochi – vedi); i contadini indossavano coroncine di Iperico, e danzando lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie. Si dice anche che c'era l'usanza di mettere sui tetti delle case l'Iperico, per proteggere le abitazioni dai fulmini.

Principi attivi:
Derivati naftodiantronici: ipericina, pseudoipericina, isoipericina. Flavonoidi: iperoside, rutina, quercitina, quercitrina. Olio essenziale: pinene; Tannini, catechici, iperforina.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE
L'iperico svolge la sua azione elettiva sulla pelle e nelle mucose, quindi meraviglioso nelle dematiti, dermatosi (con olio essenziale di lavanda) psoriazi e lesione cutanee. Internamente nelle gastriti (con ficus carica) e nelle coliti (con vaccinium vitis i.)  L'iperico è anche un ottimo antivirale, alza le difese immunitarie. Utile nelle distonie neurovegetative, nelle gastriti, nella gastro-duodenite, nell'ulcera gastro-duodenale. Per via interna se si e’ depressi, per alleviare le nevralgie croniche, per traumi o lesioni, (uso esterno) che comportino un danneggiamento dei nervi, è antidolorifico, antispasmodico, sedativo senza effetto narcotico nel caso della depressione, va assunto per mesi . L'iperico è utile per chi si soffre di insonnia (con tilia tomentosa), per alleviare le nevralgie croniche, stimola il sistema immunitario, disturbi mestruali. Utile nei crampi mestruali ( conagnocasto), nelle congestioni del petto, e come tranquillante, i suoi flavonoidi sono immunostimolanti, l’ipericina esercita una azione antivirale e antidepressiva, antibatterica, antifungina, antiinfiammatoria.

Olio di Iperico o del Sangue di san Giovanni

Questro oleolito è facilissimo da preparare.
In una giornata di sole splendente, appena la rugiada, caduta dal cielo, si è evaporata, raccogliete  i fiori ed un po' di foglie (le foglie contengono delle piccole veschiche ricche di oli essenziali)  riempendo un barattolo di vetro. Ricoprite il tutto con olio extravergine d'oliva od olio di mandorle dolci spremuto a freddo. Con un cucchiaio fate in modo che tutti i fiori siano ben coperti d'olio e chiudete il vaso non con il coperchio (che impedisce all'umidità di uscire) ma con una garza fissata con un elastico. Ponete il vaso in un luogo caldo ma non al sole che potrebbe danneggiare l'olio. Una o due volte alla settimana mescolate con il cucchiaio di legno sempre avendo cura che tutti i fiori rimangano coperti d'olio. Dopo 21 giorni o 30 giorni (ritorno del tre=trinità), filtrate il tutto per poi riempire delle boccette di vetro scuro. Per le dermatiti e dermatosi aggiungete 10 gocce di olio essenziale di lavanda (azione antisettica ed antibatterica della pelle) e 10 gocce di olio essenziale di meta piperita (rinfrescante ed antipruriginosa).

Nessun commento:

Posta un commento